Sostenibilità ambientale, per 8 italiani su 10 è una reale emergenza, cresce l’attenzione verso temi e comportamenti green
Presentati i risultati della ricerca EURES su economia circolare e consumi sostenibili, svolta in tutta Italia su un campione di più di 1000 famiglie per conto di 5 associazioni in difesa dei diritti dei consumatori
Le famiglie italiane sono sempre più attente ai temi legati all’ambiente, dalla mobilità al consumo sostenibili: 8 italiani su 10 considerano la sostenibilità ambientale un criterio di scelta nei comportamenti quotidiani, mentre ritengono che le questioni legate al cambiamento climatico e all’economia circolare siano una vera emergenza e che il livello di attenzione mostrato dalle Istituzioni italiane verso queste tematiche negli ultimi dieci anni sia insufficiente. Sono solo alcuni dei dati emersi da un’indagine condotta dall’istituto EURES per conto di ADOC-Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon-Unione per la Difesa dei Consumatori e Unione Nazionale Consumatori (UNC) nell’ambito dell’attività finanziata dal MIMIT D.M. 6/5/2022 art. 5. La ricerca, svolta in tutta Italia su un campione di 1.118 famiglie, fornisce una foto-grafia dei comportamenti di 3 fasce: – giovani single o coppie o altri nuclei conviventi senza figli (età 18-39 anni) – coppie giovani o adulte con figli – famiglie di anziani (soli o coppie di anziani) Le scelte e i comportamenti degli individui e delle famiglie sono stati analizzati alla luce della diversa gestione e disponibilità di tempo e risorse economiche, complessivamente correlati alle diverse fasi della vita e ai differenti contesti familiari. Secondo EURES, i risultati complessivamente emersi dall’indagine certificano l’affermazione di una nuova cultura della sostenibilità e del valore dell’economia circo-lare, soprattutto tra i giovani e nelle famiglie con figli, dove l’attenzione al futuro del pianeta diviene una responsabilità collettiva di cui farsi carico in prima persona. Il cambiamento culturale appare tuttavia ancora frenato, nel quotidiano, da numerosi ostacoli esterni, quali la mancanza di servizi e infrastrutture adeguate, la scarsa disponibilità e trasparenza delle informazioni e i costi che il consumatore è chiamato a sostenere per adeguare i propri comportamenti. Ciò sarà sempre più possibile quanto più il consumatore sarà adeguatamente informato e consapevole del ruolo di attore del cambiamento che è chiamato a giocare.
“Fare la raccolta differenziata, spostarsi a piedi, non sprecare cibo, preferire packaging sostenibili e investire secondo criteri etici, sociali e ambientali non sono solo comportamenti virtuosi, ma veri e propri stili di vita, che i consumatori italiani adottano – o vorrebbero adottare – sempre più, per contribuire in modo significativo alla sostenibilità del nostro Paese. Rispondere a questa crescente esigenza dei consumatori richiede un impegno forte da parte del Governo per accelerare il cambia-mento e agevolare la transizione verso modelli di consumo più sostenibili, adottando un approccio sia top down che bottom up: un approccio integrato, che coinvolga sia le Istituzioni e la politica che i singoli consumatori al fine di rimuovere le criticità e affrontare efficacemente le sfide ambientali attuali.” È quanto dichiarano le 5 Associazioni dei Consumatori (ADOC, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon e UNC) nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi a Roma presso Fondazione ENPAM per presentare i risultati della ricerca. Sono 5 le aree tematiche prese in considerazione dalla ricerca:
Gestione dei rifiuti: dal conferimento al riutilizzo
- L’89,5% delle famiglie dichiara di differenziare correttamente i rifiuti (sempre o spesso). Ad ostacolare maggiormente il corretto conferimento sono la scarsa chiarezza sulla composizione/materiali degli imballaggi (55,7%), l’inadeguata gestione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti (52,4%, che raggiunge il 64,9% al Cen-tro, scendendo al 39,1% al Nord) e la mancanza di infrastrutture adeguate (49,4%, che sale al 57,3% al Centro, contro il 40,6% al Nord). Per incentivare il corretto smaltimento dei rifiuti il 62,4% delle famiglie chiede di aumentare i vantaggi in bolletta per le famiglie virtuose. Da notare come le criticità relative alla gestione del servizio, alla mancanza di infrastrutture e di incentivi premianti siano riferite principalmente nelle aree del Centro e del Sud, nelle quali i costi del servizio a carico delle famiglie sono mediamente più alti (Sud 372 €/anno; Centro 332 €/anno; Nord 281 €/anno – dati Cittadinanzattiva).
Mobilità sostenibile
- Il livello di attenzione verso la mobilità sostenibile risulta più elevato al Nord (53,2%) e, soprattutto, tra le famiglie giovani (55,9%) tanto da ridursi al valore minimo di 42,2% tra le famiglie anziane. I comportamenti “sostenibili” più diffusi sono quello di spostarsi a piedi laddove possibile (68,2%) e di adottare uno stile di guida efficiente (60,2%). A limitare maggiormente una mobilità “sostenibile” sono fattori strutturali, quali un’offerta di tra-sporti pubblici inadeguata (78,8%), la necessità di effettuare quotidianamente spostamenti lunghi nel minor tempo possibile (76%), i tempi più lunghi per gli sposta-menti con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi (75,5%) e la mancanza di infra-strutture e servizi adeguati (71,1%). Proprio in relazione a questo ultimo dato, la principale “soluzione”, indicata dal 63,5% delle famiglie è quella di rendere più efficiente il trasporto pubblico locale (76,3% tra le famiglie del Centro Italia) e per il 59,7% di aumentare i finanziamenti per l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale.
Food waste e alimentazione sostenibile
- Nel 2022, la quantità di cibo sprecato in Italia è stata pari a 140 kg pro capite, rispetto alla media europea di 131 kg. Lo spreco deriva per il 76% (107 kg) dal con-sumo domestico e la restante parte dalla produzione primaria di alimenti, prodotti alimentari e bevande, vendita al dettaglio e ristoranti. Le famiglie intervistate stimano di sprecare mediamente il 10,1% del cibo acquista-to. Ad ostacolare maggiormente l’adozione di comportamenti alimentari “sostenibili”, sono soprattutto i prezzi più elevati dei prodotti alimentari sostenibili. Soltanto un terzo delle famiglie invece acquista regolarmente prodotti “etici” e “sostenibili” (33,9%) o dona cibo in eccesso a familiari, amici, vicini, persone bisognose (33,3%). I principali interventi per sostenere la diffusione di comportamenti alimentari sostenibili sono indicati nella riduzione/azzeramenti delle imposte sui prodotti sostenibili (57,2%) e nella scontistica sui prodotti vicini alla scadenza (48,5%).
Packaging intelligente, overpackaging ed ecolabeling dei prodotti
- Un quarto delle famiglie italiane intervistate (24,2%) dichiara di non avere alcuna conoscenza del packaging intelligente/sostenibile e della “shrinkflation”; soltanto il 29,9% afferma di avere una conoscenza esatta di questi temi. Coerentemente, sol-tanto una minoranza delle famiglie intervistate adotta regolarmente i diversi com-portamenti “sostenibili” al riguardo. Tre le soluzioni proposte: ridurre la tassazione sui prodotti con etichettatura green/con marchio Ecolabel (46,7%); realizzare campagne di informazione, comunicazione e formazione (45,7%); aumentare i finanziamenti e gli incentivi fiscali per le aziende che realizzano imballaggi “intelligenti” e/o sostenibili (43,7%).
Investimenti green e finanza sostenibile
- Soltanto un quarto degli intervistati si dice informato (il 26,3%), mentre il 22,7% non ha alcuna conoscenza degli investimenti green e della finanza sostenibile in termini sociali e ambientali (27,8% tra gli anziani). Tra gli ostacoli al primo posto si colloca la scarsa promozione delle banche a vendere/sponsorizzare tali prodotti (76,1%) o comunque l’assenza di grandi gruppi bancari attenti al tema della finanza sostenibile (71,8%), associata alla scarsa conoscenza di questa opportunità (73,9%). Per incentivare la scelta verso gli investimenti green il 46,1% delle famiglie riterrebbe utile la realizzazione di campagne di comunicazione, formazione e informazione attraverso mass media ed eventi e il 39,9% nelle scuole e nei luoghi di lavoro.